REPERTORIO DEL GRUPPO DANZA DELLA CORTE DUCALE
BALLI, DANZE E BASSADANZE
ANELLO
ballo in quattro, di Messer Domenico da Piacenza o da Ferrara: la versione originale prevede, appunto, quattro danzatori che si dispongono a coppie, due a due. Come molti balli dell’epoca ha un’azione narrativa che rimanda ad un semplice gioco infantile
CUPIDO
bassadanza “alla fila” composta per Guglielmo: detta la danza “regina”, “per dignissime madonne e non plebeie”, quasi sempre per coppie di danzatori, ma a volte si trova l’indicazione: “si fa a fila in quanti si vole”; si sviluppava lungo linee orizzontali e seguendo i misteri dell’astrologia e della numerologia.
LIONCELLO o LEONCELLO VECCHIO
ballo a due, di Messer Domenico, composto per le nozze di Leonello D’Este e Margherita Gonzaga: abbandonata la tematica del corteggiamento amoroso, la danza vuole ricreare una sorta di scelta giocosa di una dama di Corte su chi sarà la sua compagna di giochi preferita
PAVANA FERRARESE
(Anonimo): musica e sequenza di passi riprendono la tradizione strumentale e di danza tipica della Corte Estense; dal Rinascimento, infatti, molte danze popolari subirono una precisa stilizzazione ed i loro ritmi vennero spesso assunti nella sfera della musica colta.
PRINCIPESSA
MARCHESANA
SPERO
ballo in tre, composto per Guglielmo: in origine, rappresentava, simbolicamente, un corteggiamento fra due dame ed un cavaliere, in cui ciascuna delle dame nutre la speranza, appunto, di essere scelta dal cavaliere. La versione più diffusa è quella approntata da Guglielmo Ebreo da Pesaro, ma ne esistono diverse varianti, fra cui spicca quella a cura di Domenico da Piacenza o da Ferrara
COLONNESE o COLONESE
ballo a sei, composto da Guglielmo Ebreo da Pesaro: il titolo del ballo deriva dalla particolare disposizione dei danzatori (coreografia a sei), nonché dalla dedica a Madonna Sveva, della Famiglia Colonna, moglie, in seconde nozze, di Alessandro Sforza
LE NOVE MUSE
o “L’armonie du monde”: bassadanza musicata dal compositore francese Guillaume Faugues, a cui si attribuiscono molte “canzoni” – tra le quali, l’“Homme armé” – di epoca rinascimentale.
LA FORTUNA
a tre, di Marsetto da Perugia: la danza mette in scena l’alterno gioco della sorte, che gira senza sosta; si presenta, infatti, come sfida scherzosa tra il “signore dell’anello” o qualunque altro oggetto che simboleggi il potere, e gli altri due partecipanti
CATERVA o CATERVA DI GUGLIELMO
in tre: bassadanza della metà del ‘400, eseguita a tre e composta da Guglielmo Ebreo da Pesaro; su di un ritmo sempre regolare, si svolge lenta, solenne e astratta.
BIALTE’ DE CASTIGLIA
ballo a tre: danza di corte di andamento moderato, che sostituì, all’inizio del ‘500, la bassadanza, ed ebbe il suo periodo di massimo splendore tra il XVI ed il XVII secolo
VERÇEPPE
ballo a cinque: Domenico da Piacenza o da Ferrara trae ispirazione dalla battaglia di Verçeppe del ciclo di Re Artù; il Cornazano, anni dopo, nel vedere e trascrivere la danza ha, invece, l’impressione di una “scaramuccia”, di uno scherzo amoroso o di altro tipo
VENUS
danza a tre, di Guglielmo: anche un grande signore come Lorenzo dè Medici, detto il Magnifico, amava la danza, tanto che venne composta per lui questa bassadanza, in cui le danzatrici creano diverse forme geometriche per porre in risalto la figura centrale, Venere, dea dell’amore e della bellezza
GIOVE o JUPITER
ballo in tre, alla fila, per due cavalieri ed una dama, di Messer Domenico: l’ armonia e l’ ordine nei movimenti coreografici, le catene di scambi incrociati, ricreano, nella danza, l’allacciarsi continuo dei pianeti alle stelle fisse
PHOEBUS/FEBO
bassadanza in tre, fatta per Domenico da Piacenza o da Ferrara: danza caratterizzata da unità ed armonia, nonché dall’antico ed indissolubile legame che unisce l’uomo al tempo ed allo spazio
CASTELLANA
bassadanza in coppia: la dama si trova sempre alla destra del cavaliere ed, insieme, si muovono nello spazio disegnando cerchi ed altre figure
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